Orgoglio e dignità
Eccoci di nuovo insieme per il consueto appuntamento con il VecchioCucs.
Stavolta questo mio articolo, non tratterà un argomento ben preciso,
ma coinvolto anche lui dalla confusione che regna sovrana in casa giallorossa,
parlerà di diversi punti, tutti comunque collegati tra loro.
Nulla è andato bene, ed in questa particolare e sintomatica classifica,
al primo posto, c’è la sconfitta del Derby.
Parole ne sono state spese tante, ma permettetemi un piccolo sfogo che comunque
è una conferma a quello che avevo scritto in precedenza... sacri colori,
magica maglietta, niente di tutto questo.
Solo parole che si perdono nel vento, un vento che spazza via, inesorabile,
tanti castelli sbilenchi costruiti sull’affetto dei tifosi, castelli
che sono crollati, impietosamente in terra sotto i colpi tutt’altro
che irresistibili di un avversario nell’insieme modesto ed incredulo
di fronte a tanta arrendevolezza.
A ruota dopo il Derby-vergogna, devo spendere due parole di critica anche
per la società.
Sia ben chiaro, non starò qui a sfornare l’elenco dei numerosi
errori fin qui commessi, anche perché qualcuno a nome di tutti il Cucs
(!) l’ha già fatto.
Di certo c’è qualcosa che non va e questo qualcosa va risolto
in maniera decisa e definitiva, credo che sia arrivato il momento di rimboccarsi
le maniche e lavorare con coscienza per il futuro.
Quest’aria di disfattismo, della serie «rompete le righe»
che si avverte, pesante, nell’aria deve finire, non credo che la pazienza
di noi tifosi possa durare ancora a lungo. E veniamo al terzo punto, al rapporto
cioè con gli Anti Manfredonia, in questo ultimo periodo un pochino
tesi.
La situazione sembra essere di nuovo calda e non è il caso di dire
che la colpa è solo da una parte, l’esperienza mi ha insegnato
che in tutte le controversie, giuste o sbagliate che siano, la verità
è nel mezzo.
Benissimo, noi come Vecchio Cucs ci prendiamo il 50% di colpa, ma l’altro
50% non è farina del nostro sacco.
Insomma la vecchia frase: «Chi è senza peccato scagliala prima
pietra» torna più che mai di attualità. Ne avrei di cose
da dire, di lamentele giustificatissime da fare come le monete raccolte sotto
la Nord, tirate chissà da chi, contro lo striscione di auguri per il
12 anniversario del gruppo o le canzoncine stupide e irriverenti cantate sempre
all’indirizzo del Vecchio Cucs (a tal proposito vorrei ricordare che
sentirsi Ultras non è un discorso di date ma di spirito, di come cioè
ti senti dentro e che comunque se proprio vogliamo parlare di anzianità,
di fronte alla mia, e non solo la mia, parecchia gente farebbe bene a tenere
la bocca chiusa).
Non crediate di essere solo voi quelli che possono lamentarsi per aver subito
dei torti, la strada che avete intrapreso è stata una vostra libera
scelta, come quella di abbracciarvi felici e soddisfatti a Roma-Juve per l’ammonizione
di Manfredonia (cosi al derby avrebbe giocato la vera Roma e difatti l’abbiamo
vista tutti...), come quella di incitare Ancelotti a Roma-Milan (con la Roma
che perdeva e con la curva che vi ha fischiato...) o come la lista degli errori
commessi dalla società, pubblicata da un quotidiano sportivo e firmata
Cucs, ma a noi totalmente sconosciuta.
A proposito di quotidiani sportivi volevo ringraziare di cuore, per la «professionalità»
dimostrata, l’oscuro personaggio che ha pensato bene di gettare benzina
sul fuoco, facendo avere a chi di dovere un comunicato che lo era solo nel
nome tanto era incompleto, un vero esempio di correttezza e buon senso.
E già che ci sono, i miei ringraziamenti, vanno anche alla «giornalista»
che ha curato per il Guerin Sportivo l’inchiesta sul tifo della Roma.
Anche lei ha dato prova, oltre che di grande «professionalità»
anche di sincerità nei confronti miei e del Vecchio Cucs, esaltando
in maniera democratica un solo gruppo (chissà perché...) e dimenticandosi,
sicuramente per caso, della mia intervista al completo, creando anche lei
le premesse per un atmosfera di fuoco tra i due gruppi, ma credo sia davvero
venuto il momento di piantarla con le polemiche, le lettere, i comunicati,
questi atteggiamenti che alla lunga stancano.
E’ chiaro che ci sono due opinioni diverse in curva, e che la situazione
non potrà cambiare né a vantaggio dell’una, né
dell’altra. Ora più che mai c’è bisogno di ben altre
cose, diverse dalle stupide polemiche che nulla cambiano, ma che anzi esasperano
di più gli animi.
Vorrei che si pensasse solo al momento difficile della squadra e di tutto
l’ambiente giallorosso, noi come Vecchio Cucs siamo seriamente preoccupati
dallo sfacelo totale che vediamo in campo e ci chiediamo se davvero è
possibile assistere a questi spettacoli penosi, offerti con «amore e
passione» dai nostri beniamini.
Non bisogna essere dei santoni del calcio per capire che è necessario
un cambiamento totale e radicale, senza mezzi termini, né sentimentalismi
inutili.
Anche sabato col Poscara l’ennesima disfatta senza cuore, ma nel caos
generale si è visto che su un qualcosa si può contare per ricostruire
con basi solide la nostra Roma, sul famoso e sempre presente 12° giocatore
in campo: «il tifoso».
La curva ha fatto capire e soprattutto sentire, fino a che è stato
possibile naturalmente, che è lei, sempre lei, l’unico giocatore
che non si può sostituire.
Possono esserci dei problemi in società, dei problemi con l’allenatore,
dei problemi con tutto il mondo, ma in campo scendono loro e basterebbero
che si voltassero un solo attimo verso la curva, verso il cuore che noi abbiamo,
per poter volare. E invece...
Questo per i giocatori, che tanto indegnamente ci rappresentano, è
la più grande sconfitta, perché questi nobili e stipendiatissimi
signori devono sapere che noi non amiamo un volto divinizzato, ma i colori,
quei due colori che accompagnano la nostra vita di tifosi e che davvero rappresentano,
stavolta in modo degno, tutto l’amore che portiamo dentro.
Stefano Malfatti
Commando Ultrà Curva Sud
Vecchio Cucs
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